13 marzo 2010

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Il tema di questo post sono gli intrecci tra letteratura contemporanea e le singolari dinamiche dell'educazione artistica. Dedicato a quelli che in scuole d'arte ci stanno passando, o ci sono passati. Nella vita infiniti sono la pila di libri da leggere e i modi di fare un brutto disegno. (In questo caso: schizzi di battaglia di Caterina/Fludd) / We dedicate this post to weavings between contemporary literature and artistic education, with its peculiar dynamics. And to those who are attending or have attended art schools. Two infinite things in life are: the books to read and the ways to do a bad drawing. (In this case: sketches by Caterina/Fludd)
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Segnaliamo due racconti, differentemente gustosi. Buona lettura! / We recommend two short stories, both tasty. Enjoy it! :

- J.D. Salinger, Il periodo blu di Daumier-Smith da Nove Racconti / De Daumier-Smith's Blue Period in Nine Stories, 1953.
"Come molti artisti di talento, M. Yoshoto insegnava pittura non certo meglio di quanto la può insegnare un mediocre imbrattatele dotato però di vere qualità didattiche. [...] Non che - è il caso di dirlo? - fosse consciamente o inconsciamente parsimonioso col proprio talento, né credo che si volesse deliberatamente risparmiare; solo che non era nella sua natura trasmettere ad altri ciò che sapeva. Per me, non c'era in questa spietata verità nessun elemento di sorpresa, e non ne fui quindi colpito a morte." (pagg.170-171)
"... scrissi a ciascuno dei quattro restanti allievi, con il consiglio di rinunciare all'idea di diventare dei pittori. Dissi loro, individualmente, che non avevano la più piccola qualità che valesse la pena di coltivare e che stavano soltanto sprecando il loro tempo prezioso, oltre a quello della scuola. Scrissi tutte quattro le lettere in francese. Quando ebbi finito, uscii immediatamente e le imbucai. La soddisfazione ebbe vita breve, ma finché durò fu molto, molto bello." (p.186)
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- A.S. Byatt, Body Art da La cosa nella foresta / Body Art in Little Black Book of Stories, 2003.
"... i suoi sensi affaticati registrarono il fatto che, al di là della scaletta, nella corsia si intrecciavano arcobaleni di nastri di plastica colorati e strisce di tessuto tipo cotonina indiana punteggiate di specchietti. C'erano anche dei campanellini d'ottone e grappoli di quelle perle a forma di occhio che tengono lontano il malocchio. Gli addobbi effettivamente rischiaravano la penombra del soffitto a volta. E anche lo accentuavano." (p.40)
"... - Conosco una studentessa di Belle Arti. Ha fatto un bel lavoro nel reparto ostetricia, per Natale. - Ci vuole qualcuno che conosca l'ortografia. Spesso non è il loro forte." (p.63)

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